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Una silloge dal timbro lirico-narrativo, incentrata sulla grazia di un reincontro: quello tra un padre e un figlio; un padre perduto e poi ritrovato. Un viaggio nei meandri dell'orfanità, di un rapporto mancato che diventa un'esperienza di ritrovamento soltanto nell'accettazione di una realtà che provoca e scandisce un perdono reciproco. Infine e più di tutto, un'avventura della libertà umana che accettando il dolore di una perdita si fa poesia della gratuità e dell'esperienza, come solo in una grazia può accadere.